sabato 2 maggio 2015

Indro Montanelli

Cit: Il Messaggero , 10 Agosto 2001

<<Non è stato un gesto di esibizionismo, ma un modo concreto per dire quello che penso: il giornalista deve tenere il potere a una distanza di sicurezza>>


Lettera al presidente Cossiga

<<Purtroppo, il mio credo è un modello di giornalista assolutamente indipendente che mi impedisce di accettare l'incarico>>



INDRO MONTANELLI          22 aprile 1909     22 luglio 2001



Nasce a Fuecchio , tra Pisa e Firenze, il 11 aprile 1909, si dedica fin da piccolo al Giornalismo e ne diventa uno dei principali esponenti, affiancandosi più volte nel corso della sua vita a quotidiani importanti contribuendone il successo.

Sin da Ragazzo, Indro soffre di Depressione, un male che lo accompagnerà per tutta la vita.


« La prima crisi fu a undici anni. Mi svegliai una notte urlando "Muoio, muoio!". Una mano mi attanagliava la gola, mi sentivo soffocare. Accorsero i miei genitori, un po' mi quietai, ma smisi di dormire e di mangiare per mesi, avevo paura di tutto, un vero terrore, e mi sentivo addosso la tristezza del mondo intero. Dovetti abbandonare la scuola per quell'anno. I sintomi si sono poi ripresentati identici più o meno ogni sette anni, ciclicamente. »

Collabora con il Popolo d ' Italia e  il Paris-Soir.

Il 5 febbraio viene arrestato e accusato di aver pubblicato sul "Tempo di Roma" articoli considerati diffamatori nei confronti del regime, con queste parole risponde al primo interrogatorio:

« Dal 1938 non appartengo più al Partito fascista. Sono liberale ma non ho svolto nessuna attività in seno al partito omonimo. Ho considerato un giorno di lutto nazionale quello dell'alleanza fra Italia e Germania; ugualmente catastrofico per noi e per voi il nostro intervento in guerra. Considero l'8 settembre come un evento vergognoso e necessario. Come Ufficiale sono fedele al Re. E, siccome il Re è in guerra con voi, anch'io mi considero in guerra con voi. Se l'8 settembre avessi rivestito l'uniforme non mi sarei arreso. Non odio la Germania. Riterrei catastrofica per il mio Paese una sua completa vittoria, così come una sua completa sconfitta. Dopo l'8 settembre ho avuto più volte la tentazione di arruolarmi nelle bande, ma vi ho sempre rinunziato: vorrei combattere come soldato; ma, non potendolo, rinunzio a combattervi come bandito. »


Tornato dalla prigionia , collabora con Il Corriere della Sera, mentre aiuta Giovanni Ansaldo e Henry Frust a fondare il settimanale il Borghese.

Su richiesta di Dino Buzzati collabora con La Domenica del Corriere.

verso la metà degli anni 50, comincia la sua attivirtà di storico, il suo primo libro intitolato Storie di Roma fu pubblicato nel 1957;
la serie continuò con Storie dei Greci.

Dichiaratamente anticomunista e "anarco-conservatore", liberale e controcorrente, abbandona il corriere della sera, dopo che questo aveva virato a sinistra la sua ideologia.

Fonda Il Giornale.

Divenne membro della Accademia della Crusca.

Fu vittima dell'attentato delle Brigate Rosse il 2 giugno 1977; l attentatore gli sparò 8 colpi di pistola alle gambe, secondo la pratica della "Gambizzazione"




Rifiuta la Direzione del Corriere della Sera , offertagli da Paolo Mieli e Gianni Agnelli; Montanelli fonda La Voce.


Muore all'eta di 92 anni a Milano il 22 luglio 2001, a causa di una complicazione alle vie urinarie.

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